PROGRAMMA
Il nostro programma è costituito sia da punti concreti di cambiamento e innovazione, sia da un ‘metodo’, un ‘punto di vista’, per affrontare nel modo migliore le tante sfide che avremo davanti nel prossimo mandato di governo della città e contribuire a migliorare la qualità della vita della nostra comunità empolese. Un programma ambizioso che potremo realizzare soltanto con l’apporto continuo di idee, con il confronto e la discussione pubblica
IL SENSO DELLE COSE
Le elezioni amministrative del 2024 si svolgono in un contesto generale nettamente peggiorato rispetto a cinque anni fa. In particolare, ci preoccupano le minacce di guerra. Per questo motivo, la nuova amministrazione comunale dovrà impegnarsi maggiormente sui temi della pace, promuovendo una cultura pacifista in un periodo in cui i poteri forti cercano di costruire il consenso per il conflitto armato.
Parallelamente alla crisi climatica (il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale), è aumentato il divario tra la povertà sociale, economica e culturale e la ricchezza di pochi privilegiati. Lo stesso divario che ancora oggi spesso separa la politica dal ‘mondo della vita’, a partire dalle persone più svantaggiate. I dati ISTAT certificano che nel 2023 la povertà assoluta ha colpito il 9,8% della popolazione, corrispondente a circa 6 milioni di persone.
Il Comune rappresenta l’istituzione che dà voce alla comunità, il primo luogo della democrazia di prossimità. I Comuni hanno certamente visto ridursi il loro ruolo sociale e perso potere, specialmente a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, quando si è affermata la dottrina neoliberista e si è aperta la stagione delle privatizzazioni. La carenza di risorse è il primo fattore che oggettivamente mette in crisi i Comuni. Alla difficile situazione finanziaria si aggiungono anche le condizioni soggettive di amministratori e classi dirigenti che, anche nella nostra Toscana, nel tempo, sono mutate: generazioni cresciute, nei decenni della ‘nuova ragione del mondo’ hanno in parte interiorizzato parole d’ordine, priorità e ricette neoliberali, riducendo così la loro capacità di opporsi ai processi in atto.
Si è affermata, anche tra forze comunemente definite “di sinistra”, una visione liberale classica, individualistica e privatistica in cui le persone devono correre e competere. I più sfortunati, più che soggetti di diritti, stanno diventando oggetti di politiche “compassionevoli” (con la povertà spesso attribuita istintivamente al mancato impegno delle persone, anziché al loro contesto di nascita e di vita). Il welfare universalistico e pubblico, così come delineato dagli anni Settanta del Novecento, continua a restringersi, appena mitigato dalle elargizioni delle associazioni filantropiche. Per molti, la politica si è ridotta a “gestione dell’esistente”, più che indirizzo, governo, cambiamento.
Cambiamento, partecipazione, innovazione e trasparenza sono, invece, le nostre parole d’ordine principali.
Empoli fonda la propria storia e tradizione politica sui valori – e i diritti e i doveri – della Costituzione nata dalla Resistenza. Pace, solidarietà, lavoro, il bene della maggioranza della popolazione e non solo della minoranza benestante, sono da sempre elementi fondanti del nostro modo di essere comunità. In questo solco ci collochiamo, siamo impegnati e ci impegneremo ad affrontare i veri problemi che interessano in primo luogo le famiglie di coloro che vivono del proprio lavoro o pensione: sanità e sociale, ambiente, casa, istruzione e cultura.
L’eccessiva sicurezza e una cultura politica ancorata a idee che da anni stanno dimostrando tutta la loro inadeguatezza, hanno fatto commettere errori al partito che, finora, a Empoli, appare egemone. Gli ultimi, più eclatanti, sono stati la proposta del “gassificatore” a poche centinaia di metri da una delle frazioni più popolose (apparentemente scongiurata grazie alla forte mobilitazione popolare e agli approfondimenti promossi dai comitati) e la “multiutility” con il progetto deleterio di quotare in borsa beni essenziali come l’acqua. Ma non possiamo dimenticare neppure la vicenda ‘keu’, che ha dimostrato dove può portare una certa sudditanza agli interessi economici e quanto sia urgente incrementare di molto l’impegno contro il rischio di infiltrazioni mafiose nei nostri territori, nonché la necessità di potenziare i controlli ambientali.
Questa è una delle critiche che rivolgiamo alla classe politica che attualmente governa la città: l’idea – teorizzata anche nelle ultime discussioni in consiglio comunale sulle nuove varianti urbanistiche – che il motore dello sviluppo siano solo le imprese e che il compito di chi governa sia agevolare e assecondarne le scelte, garantendo così la prosperità delle comunità attraverso il “gocciolamento” dai ricchi verso coloro che stanno “sotto”. Con questo approccio, i vincoli di sostenibilità (salute dei cittadini, qualità della loro vita, razionalità urbanistica, rispetto dell’ambiente) rischiano di essere piegati agli interessi dei soggetti economici più potenti, ma non necessariamente più lungimiranti.
È chiaro che le imprese industriali e artigiane rappresentano una presenza importante e vitale nella nostra zona. Tuttavia, ogni forma di sostegno e doverosa agevolazione deve essere sottoposta alla salvaguardia dei diritti fondamentali: a partire dalla dignità, dalla salute dei lavoratori e dalla garanzia di un’adeguata retribuzione, così come dalla difesa dell’ambiente (art. 41 della Costituzione). Per questo è più che mai necessaria la funzione critica e propositiva della politica, legittimata dalla partecipazione e alimentata dal sano conflitto delle idee.
C’è bisogno di una nuova stagione di innovazione sociale e le risorse del Comune vanno indirizzate maggiormente verso il sociale, piuttosto che verso l’effimero. Intendiamo innovare la pubblica amministrazione, con un approccio dinamico ed una prospettiva pluriennale, anche sfruttando le opportunità offerte dal progresso tecnologico (come, ad esempio, l’intelligenza artificiale) per garantire nuovi e migliori servizi ai cittadini e opportunità di sviluppo economico e sociale sul nostro territorio.
Lavoriamo per un comune sempre trasparente, adeguato al presente e al futuro.
Empoli città di Pace
Un tema che ha caratterizzato la storia della nostra città dovrà essere sempre più considerato dalla pubblica amministrazione. Per la promozione di una cultura di pace potremmo prospettare, con il largo coinvolgimento di associazioni, sindacati, partiti, un programma analogo a ‘investire in democrazia’ (“investire nella pace”), condotto in collaborazione con le scuole, teso a promuovere un approccio razionale e conoscitivo alle cause dei conflitti che faccia da base al sostegno della via diplomatica per la loro risoluzione. Altre iniziative potrebbero essere l’incremento degli scambi culturali e forme di cooperazione internazionale con le città di altri Paesi, in particolare con quelle dei Paesi da cui provengono i/le migranti. Promuovere la cooperazione decentrata e la diplomazia delle città contro la guerra e la povertà. All’interno di un rinnovato percorso di ampio respiro, un’altra proposta specifica dal notevole valore simbolico potrebbe essere il cambio del nome di Piazza della Vittoria (‘Piazza della Pace’).
Proteggere
La salute è un prerequisito per accedere ad altri diritti ed invece il servizio sanitario è in fase di allarmante declino nel nostro paese. Se guardiamo gli indicatori di come sta attualmente funzionando la sanità locale, emerge un arretramento: da essere ai primi posti regionali per qualità dei servizi, siamo passati ad essere tra gli ultimi per i tempi di erogazione delle prestazioni, con il conseguente ricorso al privato (per chi se lo può permettere). È aumentata, in linea con l’andamento nazionale, la pratica diffusa della privatizzazione delle prestazioni sanitarie, con l’incremento delle prestazioni del privato-privato e del privato-sociale. La responsabilità di questo va anche a chi ha sostenuto scelte sbagliate degli ultimi anni: non possiamo dimenticare le 50mila firma per un referendum contro le mega ASL raccolte nel 2015, buttate al macero con un escamotage tecnico dalla regione.
Il primo obiettivo che proponiamo è quello di far recuperare un ruolo più incisivo alle amministrazioni comunali, direttamente o attraverso la Società della Salute, su sanità e sociale. Nonostante i grandi cambiamenti legislativi degli ultimi decenni, è rimasta una funzione importante dei comuni in termini di controllo e proposta nei confronti del livello regionale e delle aziende sanitarie, verso cui promuovere un più intenso confronto sui temi di maggiore impatto per la nostra popolazione.
È prioritario conoscere bene lo stato di salute della popolazione e l’esperienza di cura dei cittadini. L’Agenzia Regionale di Sanità, ma anche la Scuola Superiore Sant’Anna, pubblicano dati che rappresentano una base di partenza da comunicare da amministratori a cittadini in forma facilmente fruibile: spesa sociale, indicatori di salute, prevenzione e produzione di salute, verifica puntuale degli indicatori di qualità ospedaliera, tempi delle liste d’attesa, funzionalità Pronto Soccorso, stima delle carenze di operatori, ecc. Ma la seconda cosa che i sindaci devono conoscere – e diffondere – è l’esperienza di cura dei cittadini, non solo in termini di dati e statistiche sanitarie, ma anche in termini di diritti effettivamente garantiti o, sempre più spesso, negati.
Non esiste sanità pubblica e universalistica senza il criterio di prossimità. È chiaro quindi che, in termini organizzativi, c’è bisogno di un rafforzamento dell’assetto dei servizi socio-sanitari locali, con livelli di maggiore autonomia gestionale e finanziaria delle aree omogenee. Nello sviluppo delle Case di Comunità, è fondamentale perseguire la ‘sanità di iniziativa’: non più soltanto risposte assistenziali all’emergere acuto del bisogno, ma effettiva presa in carico della persona da seguire nel tempo. Tuttavia, senza un nuovo ‘patto’ con i medici di famiglia (il cui rapporto di lavoro come ‘liberi professionisti’ non è stato modificato neanche dopo la pandemia), che preveda la loro effettiva integrazione con la ‘medicina di gruppo’, nelle Case di Comunità, queste ultime non possono svolgere appieno la loro missione, per un efficace contrasto alle malattie croniche (ed anche per contenere l’aggravio al Pronto Soccorso). Questo sarà un preciso impegno del nostro Comune.
Siamo a conoscenza di recenti esperienze iniziali di gruppi di volontariato che offrono prestazioni diagnostiche a persone in difficoltà economica. Avevamo ricevuto notizie simili alcuni anni fa dalla Grecia sottoposta alla ‘cura dell’austerità’. Queste iniziative sono un segnale dei tempi difficili che stiamo attraversando e, sebbene inefficaci nel ‘curare’ il sistema sanitario nel suo complesso, sono apprezzabili se gestite da operatori esperti e responsabili, data la situazione critica.
È necessario che la promozione della salute sia un attributo trasversale a tutte le politiche locali, dall’urbanistica ai trasporti, dall’istruzione all’edilizia pubblica e privata, poiché è ormai nozione diffusa che i principali danni per la salute derivino dall’ambiente. Ogni comune, e l’insieme della zona socio-sanitaria Empolese Valdelsa Valdarno, dovranno rendere effettiva l’adesione alla ‘Rete Città Sane’ e dotarsi di un Piano integrato di Salute che comprenda anche un impegno per un rilancio organico della ‘prevenzione collettiva e ambientale’ ed il ruolo di educazione alla salute delle farmacie deve essere rafforzato.
A tali fini promuoveremo nuove forme di consultazione non burocratiche, assumendo la promozione della partecipazione come impegno prioritario (la riunione periodica del Consiglio Comunale – o dei Consigli associati – con la dirigenza delle strutture sanitarie deve diventare una pratica consolidata). Verificheremo il funzionamento della Società della Salute (SdS, il consorzio ASL-Comune a cui sono state trasferite le competenze di gestione del sociale, attraverso, tra l’altro una doppia delega: funzioni trasferite dal Comune all’Unione dei Comuni che le ha delegate alla SdS, con lo scopo dell’integrazione socio-sanitaria): l’Amministrazione Comunale dovrà riprendere con forza il controllo delle attività delegate, oggi troppo spesso gestite correttamente dal punto di vista tecnico, ma con una insufficiente vicinanza e spinta dei rappresentanti della popolazione.
Ci adopereremo per lo sviluppo di studi sull’impatto sulla salute dell’inquinamento (a partire dalle conseguenze della vicenda ‘keu’), attraverso la collaborazione con istituti di ricerca ambientale e sanitaria, miranti a valutare le esposizioni a inquinanti specifici e a identificare le misure preventive e correttive più efficaci, accelerando i processi di bonifica. L’obiettivo è anche creare una base di conoscenza che guidi l’amministrazione nelle future decisioni politiche. In tal senso riproporremo la questione dell’assenza di una centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria sul territorio comunale.
Il tema della salute e della sanità non può essere affrontato soltanto a livello comunale. Deve svilupparsi una politica di area (Unione dei Comuni), anche attraverso nuove iniziative di formazione degli amministratori ed il confronto costante tra gli assessori al tema di tutti i comuni, senza però perdere la centralità e il confronto negli organismi elettivi.
L’invecchiamento della popolazione è tra i cambiamenti più profondi della condizione umana che ci troveremo ad affrontare per un lungo periodo. Nell’area Empolese Valdelsa Valdarno, nel 2023, sono 57.810 gli anziani con più di 65 anni (di cui 10.228 gli over 85) e 5.050 risultano gli anziani non autosufficienti. Questo fenomeno, unito alla grande denatalità, deve essere un asse del nostro prossimo impegno politico a livello locale.
È necessario promuovere l’informazione (in collaborazione con la Società della Salute) sui percorsi socio-sanitari e semplificare le procedure amministrative per l’erogazione di sussidi, cure e altri servizi. Dobbiamo richiedere anche una efficace informazione da parte della SdS e ASL circa i diritti dei cittadini, riguardo ai tanti casi di eccessivi tempi di attesa che eccedono quelli stabiliti da norme o piano specifici regionali.
Fondamentale è la funzione di controllo della qualità delle RSA private o gestite in appalto da cooperative. L’orientamento di fondo da riaffermare è quello di modulare risposte flessibili per la non autosufficienza degli anziani in un’ottica di appropriatezza rispetto al bisogno, sia sanitario che sociale e relazionale, e non solo in base alla situazione economica. Tra i desideri degli anziani vi è certamente la preferenza di poter invecchiare al proprio domicilio, da qui la necessità di incrementare l’assistenza domiciliare. Ciò parallelamente al controllo e contrasto della diffusione di grandi RSA private costruite nei nostri territori da fondi di investimento o immobiliari, con logiche esclusivamente finanziarie e al di fuori di ogni attenta programmazione e standard previsti.
Di contro, le esperienze di co-housing vanno sostenute e riprodotte. Un problema puntuale che vogliamo risolvere è quello della mancanza di un bagno pubblico per il centro città. Così come vogliamo mettere panchine in ogni luogo fruibile, a partire dal centro, ma dovunque siano richieste dalla popolazione.
Vogliamo costruire nuove relazioni di socialità e di solidarietà, che investano tutti i soggetti che partecipano alla vita cittadina, dai commercianti, alla polizia municipale, ai condomini, sul modello delle “città amiche della demenza”. Una città che accoglie e protegge le sue persone più fragili è una città più sicura per tutti.
La politica per le disabilità deve basarsi essenzialmente su progetti personalizzati di vita e sostegno all’inserimento lavorativo, rifiutando ogni tentazione di ritorno a modelli istituzionalizzanti e ghettizzanti. Vogliamo continuare e intensificare l’impegno contro tutte le barriere architettoniche nei servizi e nelle strutture. Un altro settore in sofferenza è quello della salute mentale e dei servizi socio-sanitari che si occupano delle dipendenze, a cui va dedicata maggiore attenzione, visto il notevole aumento delle sofferenze psichiche.
Quello della casa è un altro problema sempre più grave anche nella nostra zona, oggi quasi completamente affidato al mercato. A Empoli, un significativo 10,4% delle abitazioni risulta non occupato, a fronte di numerose famiglie che necessitano di contributi economici per l’affitto (il governo attuale ha azzerato il fondo affitti).
Bisogna rafforzare l’inclusione sociale con tutti i diversi tipi di interventi, a partire dalla qualificazione e valorizzazione dell’Edilizia Residenziale Pubblica in stretta relazione con la Regione (che, in questo senso, ha previsto specifici impegni finalizzati ad incrementare l’offerta) e il rafforzamento degli interventi per l’emergenza abitativa di persone fragili. In particolare, ci impegneremo a:
– definire un nuovo piano di edilizia pubblica volto ad incrementare il patrimonio disponibile, privilegiando il recupero di edifici pubblici e l’acquisto di immobili invenduti, valutando anche l’acquisizione di case all’asta per edilizia popolare, promuovendo l’edilizia sociale all’interno dei piani convenzionati.
– prevedere interventi mirati ai proprietari di immobili sfitti, incentivandone l’utilizzo e la manutenzione attraverso agevolazioni per il recupero e la locazione a canone concordato e penalizzazioni per chi li mantiene inutilizzati.
– snellire le procedure per consentire azioni di autorecupero del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, permettendo agli inquilini di eseguire piccoli interventi di manutenzione da compensare con il canone mensile.
– rafforzare la pratica del canone calmierato nelle trattative con i proprietari di immobili privati, con il meccanismo del “Comune o Ente Garante”.
– istituire e facilitare la creazione di fondi di garanzia sostenuti sia dal pubblico che da privati cittadini, sul modello inaugurato dalla comunità de Le Piagge.
– attuare interventi di qualificazione e valorizzazione dell’Edilizia Residenziale Pubblica, con il ripristino degli alloggi di risulta, manutenzione, efficientamento energetico e sismico.
Circa il tema delle crescenti diseguaglianze, un ruolo rilevante, anche nel nostro territorio, è costituito dalla povertà, nelle sue diverse forme. La povertà è il frutto di un sistema che addossa la colpa ai singoli individui anziché riconoscere la mancanza di una risposta sistemica alle difficoltà di accedere al lavoro e di trovare un ruolo all’interno del contesto sociale. Nel nostro territorio, nell’anno 2022, la quota delle famiglie con ISEE inferiore a 6000 euro era pari al 6,5%. Nel 2023, il Reddito di cittadinanza interessava circa 2000 individui, pari a circa il 5% della popolazione. Di particolare rilevanza è la presenza di nuclei familiari di provenienza straniera, evidentemente svantaggiati per fattori culturali e sociali, che richiedono azioni specifiche di supporto ai fini della loro inclusione, a partire dal mondo della scuola.
Da un lato, come già specificato, devono essere garantite le azioni di supporto alle famiglie per l’accesso all’edilizia pubblica e agli affitti. Dall’altro, è necessario continuare a sostenere l’attività di supporto alimentare attraverso la rete delle Associazioni di Volontariato, coordinate nel nostro territorio dall’Associazione Recupero Solidale, mentre è stata avviata da tre anni l’attività dell’Emporio Solidale che svolge un ruolo altrettanto importante.
La questione della ‘sicurezza’ è un tema centrale nel dibattito pubblico. Riteniamo che il primo strumento per garantire la sicurezza dei cittadini, da declinare sotto diversi profili (sociale, lavorativo, personale, ecc.), sia la prevenzione, con scelte politiche ben precise che abbiano una visione d’insieme della nostra comunità e del nostro territorio. Vivere un luogo sicuro significa “restituirlo” ai cittadini, realizzando condizioni per una inclusione attiva e mantenendola attraverso strumenti di aiuto sociale e iniziative che sviluppino eventi, illuminazione pubblica, pulizia e commercio.
Il controllo del territorio ed il contrasto alla microcriminalità è comunque importante. Da qui la necessità del potenziamento dell’organico della polizia locale (che, negli ultimi anni, ha visto una riduzione marcata) e di una buona integrazione con le forze dell’ordine. È certamente necessario riqualificare le aree comunali soggette a maggiore insicurezza, come il parco Mariambrini e piazza della Stazione.
Infine, c’è la questione del rapporto tra amministrazioni pubbliche e cittadini. “Proteggere” significa anche difendere i propri cittadini dalle inefficienze di altre amministrazioni ed enti pubblici. Spesso, infatti, le vittime principali di queste mancanze sono le persone più deboli e vulnerabili o con limitate conoscenze dei diritti garantiti dalla Costituzione o dalla legislazione ordinaria. Il Comune, anche attraverso la realizzazione di uno sportello specifico, deve poter trovare gli strumenti per ascoltare i cittadini e rappresentare le loro istanze.
Sapere
La scuola è inclusione e promozione sociale. A fronte di una situazione dei servizi educativi per l’infanzia in linea con la situazione regionale, vi è la necessità di potenziare strategie e interventi sul disagio scolastico.
Ci preoccupa il dato degli studenti della scuola secondaria di II grado dell’Empolese Valdelsa Valdarno in ritardo sul regolare ciclo di studi: 2.510 su 11.280 iscritti (22,3%, Toscana 20,2 %). L’Empolese Valdelsa si colloca ai livelli più alti per la dispersione scolastica (l’indice degli abbandoni e delle bocciature rispetto la regolarità dei curricula scolastici) fra le 35 zone della Toscana. Inoltre, la media voti negli esami delle superiori (79) è migliore soltanto a quella del Mugello e gli studenti che si diplomano nell’arco di 5 anni corrispondono soltanto al 51% (percentuale più bassa dopo la zona pratese). Risulta in incremento la cosiddetta dispersione scolastica ‘implicita’ (percentuale di studenti che dopo 13 anni di studio non raggiungono il traguardo di competenze considerate sufficienti o accettabili sulla base delle prove Invalsi).
Pur considerando tra le concause la deprivazione sociale ed economica, non è certo sufficiente l’impegno per la qualità delle strutture scolastiche. Occorre recuperare un protagonismo del Comune che sappia realizzare un patto con la Scuola per individuare con il concorso di tutte le agenzie formative della città (culturali, sportive, informali) le metodologie migliori per combattere la dispersione scolastica (incrementare stima e fiducia nelle proprie possibilità̀ e competenze, stimolare l’espressione delle proprie emozioni, incentivare la partecipazione alle attività̀ di gruppo, buone pratiche di orientamento scolastico, ecc.)
Ci impegneremo, in particolare, per:
– favorire la realizzazione di esperienze di “doposcuola” nel centro e nelle frazioni a servizio e sostegno degli studenti e delle loro famiglie (disagio socio economico)
-sviluppare una riflessione pedagogica e pratiche su tematiche dell’intercultura e della globalizzazione parallelamente a percorsi di educazione alla pace e dialogo trai popoli nonché̀ approccio alle culture straniere (verificare e incrementare lo stato dei corsi di lingua italiana sul territorio!);
– favorire e supportare le comunità straniere nella programmazione di corsi di L1;
-verificheremo ogni possibilità di “reinternalizzazione”, in modo particolare per il coordinamento della mensa (attualmente ricoperto da cooperativa) e ‘ri-coinvolgimento’ dell’ASL nella redazione della tabella dietetica attualmente elaborata da un privato, nonché gli autisti del trasporto e le educatrici degli asili nido.
-intervenire perché la mensa scolastica, tramite appositi capitolati, offra programmi alternativi di menù basati sul consumo di prodotti provenienti dal tessuto produttivo agricolo locale e prioritariamente di carattere biologico e, nello stesso tempo, rafforzare l’azione educativa in campo alimentare come elemento fondante per un miglioramento delle condizioni di salute degli alunni e delle famiglie.
– arricchire il progetto “investire in democrazia” del Comune e organizzare dialoghi in forme più̀ dirette all’interno delle scuole su temi come: contrasto alle mafie, lotta al gioco d’azzardo, educazione alla Pace e alla non violenza, educazione sessuale, educazione ambientale, lotta alle tossicodipendenze, ecc.
-affrontare con cura e potenziare l’assistenza agli studenti disabili;
– potenziare i servizi psicologici all’interno delle scuole;
-sperimentare, a partire dalla manifestazione di interesse di un’autonomia scolastica, un percorso di Scuola aperta che trasformi la scuola in luogo di partecipazione, un potenziale polo civico di quartiere, con il fine di realizzare attività̀ extracurricolari. L’obiettivo è che la scuola, soprattutto in zone della città non centrali e con meno servizi, possa diventare il luogo per progetti di cittadinanza attiva, come misura di contrasto alla dispersione scolastica, ma anche come risposta tempestiva e concreta ai fenomeni di disagio sociale.
– prevedere delle aree ad orto organizzando la gestione tra alunni, docenti, genitori, nonni, associazioni di categoria.
-più in generale, investire e promuovere la qualità della didattica, sulla formazione degli insegnanti, sull’innovazione per crescere insieme. L’obiettivo deve essere non solo il ‘saper fare’, il ‘sapere’, ma anche e soprattutto il ‘saper essere’.
-incrementare interventi di manutenzione e messa in sicurezza degli ambienti scolastici in ogni frazione, potenziando e facilitando la piccola manutenzione, e pensando anche all’efficientamento energetico
In questi anni abbiamo registrato osservazioni e critiche ai nuovi ‘mega’ istituti comprensivi. Si pone la necessità di effettuare una verifica sugli aspetti organizzativi quali/ quantitativi del dimensionamento scolastico definiti dall’ Amministrazione comunale nella passata consiliatura e chiamare tutti gli attori coinvolti (famiglie, docenti, dirigenti, personale ATA ed organi collegiali) a fare una riflessione sulla scelta fatta dal Comune alla luce del calo demografico in atto e della chiusura di plessi scolastici (Fontanella, scuola dell’infanzia) e/o del ridimensionamento (la Primaria di Ponte a Elsa).
Cultura è anche, e prima di tutto, la rete dei valori su cui si regge la comunità cittadina. Cultura sono anche le norme non scritte che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico, tutti quegli elementi che migliorano l’efficienza dell’organizzazione sociale, che aiutano a promuovere iniziative prese di comune accordo.
Abbiamo apprezzato che in questa consiliatura sia stata completata la ristrutturazione della biblioteca (la ‘Fucini’ e ‘Palazzo Leggenda’). Questi presidi dovranno svilupparsi sempre di più come luoghi di discussione, di incontro, di aggregazione, di crescita per la comunità̀ (anche con orari più adeguati ad aumentarne la fruibilità come le aperture serali per gli studenti) con un ascolto particolare alle esigenze degli adolescenti e dei giovani ed il potenziamento di iniziative, come incontri con autori, laboratori di scrittura, di lettura, ecc.
Il Premio Pozzale, evento tradizionale e prezioso del comune, necessita di una ristrutturazione, a cominciare dalla composizione della giuria, dal coinvolgimento “organico” degli studenti delle medie superiori e degli insegnanti.
Il patrimonio museale (a partire dal Museo della Collegiata) caratterizza fortemente Empoli e deve essere ben mantenuto e qualificato.
Abbiamo avuto modo di avanzare la critica alla scelta dell’amministrazione sul nuovo teatro (‘il Ferruccio’), che noi non avremmo fatto, con osservazioni riguardanti non solo l’infelice ubicazione. Naturalmente ne seguiremo l’iter progettuale e verificheremo lo stato di avanzamento. In ogni caso, ci impegneremo per:
-il recupero e valorizzazione del cinema La Perla, un edificio storico chiuso da anni, ma ancora parte fondamentale del patrimonio culturale cittadino. Il progetto dovrà prevedere il restauro e la riconversione dell’edificio in un moderno centro culturale multifunzionale, che possa ospitare proiezioni cinematografiche, eventi culturali, spettacoli teatrali, conferenze e workshop, riportandolo a essere un punto di aggregazione.
-seguiremo anche l’evoluzione del cinema Excelsior e ci impegneremo per mantenere la sua funzione di offerta culturale nel centro della città.
-incrementare e divulgare gli appuntamenti culturali facilitando la mobilità delle persone anziane, facendo convenzioni con i trasporti pubblici locali
-rafforzare i programmi per eventi culturali ‘diffusi’ ed eventi come il Jazz Festival, nonché promuovere realizzazioni di qualità con la Street Art.
-come elemento innovativo proponiamo l’organizzazione di un festival annuale del teatro di strada che animi le vie di Empoli, trasformando la città in un palcoscenico a cielo aperto, con l’obiettivo di ravvivare l’atmosfera urbana e promuovere la cultura dello spettacolo dal vivo.
La pratica dello sport, con la sua funzione importante di socializzazione e salute, è assai diffusa nella nostra città. Oltre alla realizzazione del nuovo impianto di atletica di via Sanzio, vi è la necessità di potenziare la manutenzione degli impianti, compresi campi delle frazioni.
Si deve prevedere una maggiore integrazione scuola-sport, anche favorendo l’uso pomeridiano delle palestre scolastiche.
Attenzione meritano anche gli sport cosiddetti minori. In alcuni casi non si può prescindere da una integrazione con un territorio più ampio di quello comunale, che deve essere però accompagnato da una mobilità che consenta di raggiungere agevolmente i luoghi di allenamento.
Stadio comunale Castellani: Sì ad una ristrutturazione, no alla creazione di un nuovo grande centro commerciale.
La piscina comunale ha rappresentato per anni un’eccellenza per il nostro comune. Oltre ad essere spazio sportivo e di svago lo è anche per la cura, accogliendo corsi a.f.a, corsi di nuoto antalgico, corsi posturali e per gestanti, per disabili, con potenzialità di percorsi riabilitativi. Per anni l’amministrazione non ha investito a sufficienza nella manutenzione, nel miglioramento e nell’ efficientamento energetico dell’impianto, e quindi non si è arrestato il peggioramento strutturale.
La piscina comunale di Empoli è, dalla sua nascita, un luogo di sport, di socialità, di inclusione, testimoniata anche dalla vasca terapeutica intitolata a Luciana Saltarelli: è un servizio pubblico, e tale deve rimanere!
Riteniamo che quelli svolti nella piscina comunale siano servizi importanti per i cittadini e per questo ci impegneremo per evitare la privatizzazione dell’impianto e della società che la gestisce. I servizi svolti dalla piscina comunale restino, anche per prezzo, accessibili a tutti e tutte, e si valorizzi la qualità del lavoro svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori con garanzie di adeguato trattamento.
Partecipare
Il tema è fondamentale perché la democrazia non può essere una pratica ridotta alle sole procedure elettorali. La nostra visione della democrazia partecipativa mira a trasformare il modo in cui l’amministrazione comunale di Empoli interagisce con i suoi cittadini, radicando la democrazia partecipativa come fondamento della gestione pubblica. Il nostro programma non solo vuole rendere la partecipazione civica una pratica quotidiana ma la norma, tramite la progettazione partecipata e la gestione condivisa dei beni pubblici.
Ci impegniamo ad aprire uno Sportello della Partecipazione, un luogo fisico e digitale del Comune, dove i cittadini possono trovare informazioni, formarsi e contribuire attivamente ai progetti comunali. Inoltre, vogliamo elaborare un regolamento di partecipazione comunale che definisca chiaramente le linee guida e le procedure per una progettazione partecipata, assicurando trasparenza e equità nei processi decisionali. Infine, pensiamo di attivare percorsi di formazione civica attraverso workshop, incontri e laboratori, per educare i cittadini sui meccanismi della gestione condivisa e sull’importanza del loro ruolo attivo nella comunità.
Sempre nell’ambito delle iniziative per il coinvolgimento dei cittadini nella gestione del comune, si concretizza la nostra idea di Patti territoriali per la gestione di beni comuni e per il recupero di spazi pubblici trascurati o dismessi. L’obiettivo è trasformare aree inutilizzate in luoghi pulsanti di vita comunitaria, dove cultura, sport e verde pubblico possano fiorire e valorizzare le risorse locali e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità.
Il primo passo è la mappa degli spazi pubblici trascurati, abbandonati o non utilizzati all’interno del territorio comunale. Successivamente, ci impegneremo nella definizione dei patti territoriali, stabilendo accordi di collaborazione tra il Comune, i cittadini, le associazioni e le imprese per la gestione condivisa di questi spazi.
In questo senso può essere utile fare riferimento anche al nuovo regolamento comunale per la gestione beni comuni definito in questa consiliatura (nell’ottica dell’integrazione e mai della sostituzione di compiti che rimangono del Comune). Più in generale, la manutenzione e cura dei beni pubblici (parchi, giochi, strade, marciapiedi, ecc.) è fondamentale in tutta la città e le frazioni necessitano di particolare attenzione da questo punto di vista.
Le frazioni sono, infatti, un presidio di socialità e rispondono ad un disegno di città umanizzante che vogliamo sostenere e valorizzare. Le frazioni sono più facilmente oggetto di degrado, sia per la lontananza dal centro che, a volte, per la concentrazione di situazioni di disagio sociale. Una socialità adeguata riesce anche a leggere e segnalare le situazioni di disagio sociale ed è anche la miglior garanzia per la sicurezza di un territorio. In particolare, si avanzano i seguenti puntI:
-istituzione delle consulte di frazione: centri di raccolta di bisogni e istanze del territorio;
-incrementare la pratica dei Consigli comunali itineranti nelle frazioni
-verificare le possibilità di individuare un edificio pubblico (esempio: le ex-scuole) da dare in gestione a libere associazioni di cittadini della frazione e che diventi sede della consulta di frazione;
-promuovere e sostenere il rilancio delle case del popolo;
-impegno per il mantenimento di servizi esistenti (poste, farmacia, alimentari, giornalaio, trasporti) e immaginarne di nuovi (un fontanello di acqua in ogni frazione); rientra in questo quadro il decentramento di alcuni servizi amministrativi, come l’ufficio mobile della polizia municipale e l’URP a Ponte a Elsa;
-creare un fondo a sostegno di chi voglia aprire un negozio in frazione o lo voglia ristrutturare operando al contempo sconti tariffari;
-revisione dei servizi di trasporto pubblico locale, anche con mezzi adeguati, per garantire collegamenti ottimali e fasce orarie adeguate alla conciliazione dei tempi di vita, scuola e lavoro. Ripristinare, se necessario, servizi a chiamata. Realizzare collegamenti ciclabili sicuri col capoluogo;
-aumentare la sicurezza di pedoni, delle persone disabili, dei passeggini, dei ciclisti all’interno della frazione attraverso marciapiedi o percorsi protetti con viabilità a km30.
Empoli ha la caratteristica di avere non uno ma tre centri storici: devono essere quindi valorizzati i borghi storici di Pontorme e Monterappoli, recuperandone il patrimonio urbano e valorizzandone i punti di forza anche ai fini di inserirli in un circuito turistico più attento e consapevole.
Qualificare il territorio
Uno dei problemi nazionali più importanti è la questione del consumo di suolo. Il suolo non può più essere usato solo per la produzione di derrate agricole o per l’insediamento di beni industriali, ma deve essere considerato anche per le sue funzioni ambientali. Il suolo è infatti una risorsa naturale irriproducibile e fondamentale, da cui dipende l’intera vita del pianeta. Il nuovo Piano Strutturale Intercomunale (Empoli, Capraia e Limite, Cerreto Guidi, Montelupo Fiorentino e Vinci), con la sua previsione di consumo di nuovo suolo rappresenta un approccio ideologico pericoloso:
Per questo Empoli – che in questi ultimi anni ha dato il suo “tributo” – deve invece perseguire effettivamente la strategia dei “volumi zero”. Stiamo portando avanti una critica alle scelte che vorrebbe compiere l’attuale amministrazione perché, a fronte di zone industriali ancora non sature, sono stati adottati (non ancora approvati definitivamente, possiamo fermarli!) piani per costruire un’altra zona industriale, soprattutto nella zona ovest della città, ed urbanizzare ampie porzioni di aree agricole, pregiudicando il futuro di tutti. È indispensabile una rivalutazione complessiva delle scelte adottate.
A fronte di ciò abbiamo la zona industriale del Terrafino, una zona piuttosto degradata, che necessita di una manutenzione straordinaria, dove ci sono locali abbandonati, vuoti o in vendita, non ci sono servizi per le aziende e nemmeno per i cittadini. Dobbiamo qui mettere mano, rifacendo strade e marciapiedi, collegandola alla città con reto ciclabili e trasporto pubblico, inserendo uno sportello bancario, una farmacia, illuminazione e servizi che possono consentire di utilizzarla per ospitare eventi e manifestazioni durante il fine settimana. È sbagliato, invece, prospettare la possibilità di tanti altri capannoni altrove.
Più in generale dobbiamo mettere in campo una nuova politica di programmazione e gestione del territorio con una visione di insieme e pluriennale. Limitando il consumo di suolo e le nuove costruzioni allo stretto necessario per progetti di rilevante valore sociale e spendendo energie per recuperare le aree urbane su cui insistono ruderi di vecchie edificazioni produttive ormai dismesse da decenni.
È fondamentale la promozione del Piano pluriennale per la difesa del territorio e la prevenzione dei disastri ambientali, in collaborazione con tutti gli enti e istituzioni coinvolte. Mappatura dei rischi, sviluppo delle realizzazioni di infrastrutture adeguate devono essere ben conosciuti e controllati a livello comunale e di zona. Il sistema della Protezione Civile (tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi) vede, oltre al lavoro centrale della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, anche la società civile che partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato, e, naturalmente, tutte le altre forze dell’ordine.
Praticamente quasi ogni area risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, prevedere i disastri. Segnaliamo, in particolare, il settore delle aziende a rischio di incidenti di una certa importanza (incendi).
Siccome il Comune mantiene un ruolo fondamentale (il primo responsabile è il Sindaco, con compiti di coordinamento dell’intero sistema emergenziale), sarà impegno irrinunciabile il mantenimento in efficienza del sistema.
Si impone anche una revisione del regolamento edilizio comunale con, finalmente, un’ottica di sviluppo delle pratiche progettuali di bioedilizia. Questa iniziativa punta a incentivare l’uso di tecniche e materiali di bioedilizia nelle nuove costruzioni e nei progetti di ristrutturazione nel territorio comunale di Empoli. Attraverso l’adozione di standard sostenibili, si mira a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e promuovere un’architettura che sia in armonia con l’ambiente circostante. In tal senso diventa anche strategico il ruolo dell’Ente locale come facilitatore della costituzione di comunità energetiche che rispondano alle esigenze di risparmio energetico, tutela dell’ambiente e beneficio economico per i cittadini piuttosto che di speculazione per grandi gruppi del settore.
Serve un piano della viabilità che tenga conto della necessità di liberare il centro dai mezzi pesanti, ma anche, e soprattutto, di collegamenti tramite il trasporto pubblico locale e il biciplan: priorità alla realizzazione delle reti ciclabili per collegare le periferie al centro città (Ponte a Elsa, Villanuova, Marcignana, Pozzale). Lavorare a tutto questo significa offrire ai cittadini un’alternativa che dia finalmente la possibilità di preferire i mezzi pubblici e la mobilità dolce all’automobile.
Per migliorare il trasporto pubblico serve innanzi tutto pensare ogni paese e ogni frazione di Empoli come un piccolo centro a sé, degno di essere vissuto. Non servono solo più corse da e per il centro, ogni frazione ha bisogno di essere ben collegata alle altre con un sistema di interconnessioni che comprenda anche il potenziamento e la cura delle reticiclabili.
Va realizzato, con coraggio, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) che l’attuale Amministrazione ha fatto elaborare ai tecnici, ma non ha sviluppato, forse timorosa del cambiamento che si sarebbe realizzato. La città sulle due rive va ricongiunta da un servizio suburbano che attraversi da nord a sud il centro abitato partendo da Sovigliana ed arrivando nei quartieri a sud della ferrovia (e viceversa). Va ripristinato un servizio a chiamata fatto di mezzi più piccoli ed agili per ricollegare le frazioni al centro superando l’attuale situazione fatta di poche corse spesso inconciliabili con le esigenze di vita, scuola e lavoro; vanno definiti parcheggi scambiatori esterni al centro con linee cadenzate con alta frequenza che consentano l’intermodalità.
Ci impegneremo infine per ottenere dalla Regione dei servizi di trasporto pubblico notturno da e per il capoluogo di regione per poter incentivare i giovani del territorio all’uso di modalità alternative per raggiungere i luoghi del divertimento e, soprattutto, rientrare da questi in sicurezza e tranquillità.
Con riferimento alle reti ciclabili è necessario un salto di qualità nell’azione dell’Amministrazione. Una città compatta e pianeggiante come Empoli si deve poter girare in sicurezza con la bicicletta, anzi dev’essere una città a misura di bicicletta. Si tratta di realizzare le reti ciclabili sugli assi principali e riconnettere tutte le frazioni ed i luoghi di maggior frequentazione (ospedale, centro commerciale, zona industriale, ecc…) al centro. Ma si tratta anche di portare in città un cambiamento nella visione degli spostamenti quotidiani, mettendo al centro la mobilità dolce ed attingendo agli strumenti che la legislazione vigente ci mette a disposizione per disincentivare l’uso dell’auto da un lato e proteggere pedoni e ciclisti dall’altro (per esempio zone trenta, strade ciclabili e corsie ciclabili ove non sia possibile costruire reti ciclabili).
Il Progetto Bike Sharing mira a implementare un servizio di condivisione di biciclette facilmente accessibile in vari punti strategici della città di Empoli. Attraverso la creazione di stazioni di bike sharing e l’introduzione di un’applicazione mobile per la gestione degli affitti, si intende offrire una soluzione di trasporto alternativa, eco-compatibile e flessibile, che possa contribuire a ridurre il traffico urbano e l’inquinamento atmosferico. Anche il car sharing attualmente presente in città va potenziato e, se ci saranno operatori economici interessati, reso a flusso libero, per consentire a chi voglia provare a rinunciare all’auto (o alla seconda auto) di poterlo fare agevolmente.
Una parte importante di questa nuova visione della città passa attraverso scelte coraggiose che consentano ai cittadini di muoversi in sicurezza non solo in bici ma anche a piedi.
Noi vogliamo aumentare le aree pedonali partendo da tre piazze simbolo del centro: piazza del popolo, piazza XXIV Luglio, piazza della Vittoria e via Roma (parte).
Respirare
Le aree urbane, nella duplice veste di principale fonte di emissione ma anche di luogo innovativo e con elevate capacità di reazione, costituiscono la principale sede dove si gioca la ‘sfida’ del contrasto al cambiamento climatico. Conosciamo un ‘Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici’. Ma la pianificazione delle politiche di adattamento non considera, ovviamente, solo il livello nazionale ma anche regionale e locale, nel breve e lungo periodo.
Vorremmo una città e un comprensorio che, partendo da un esame accurato del rischio idrogeologico e da un responsabile consumo del suolo costruisca, recuperi, modifichi, aggiusti, riqualifichi, tuteli e valorizzi il nostro ambiente. Perché́ l’ambiente dove viviamo è il nostro ossigeno e il nostro futuro”.
Insieme ad un più forte impegno per sostenere – e valutare – gli enti, come l’Arpat, che lavorano sulla questione ambientale, devono essere potenziati tutti gli interventi di mitigazione sulla crisi climatica e contrasto all’inquinamento ambientale.
In particolare:
-mappatura e monitoraggio delle fonti di inquinamento ambientale della città con trattamento dati relativi alla qualità̀ dell’aria, delle falde acquifere e del suolo;
-chiederemo un confronto con Arpat per verifica della attuale rete rilevamento della qualità̀ dell’aria (Empoli, principale centro abitato di un bacino di 240mila abitanti, fa attualmente riferimento alla centralina di S. Croce); eventuale implementazione di ulteriori sistemi di rilevamento, anche con sistemi mobili di rilevazione situazione specifiche.
Promuoveremo, in collaborazione con Arpat e tutte le associazioni ambientaliste, periodiche conferenze sullo stato dell’ambiente e sui programmi di controllo ambientale da assicurare. Riteniamo importante che Arpat rafforzi il suo legame e collaborazione con le istituzioni locali.
Dobbiamo avere piena consapevolezza che l’inquinamento atmosferico è causa certa di incremento di mortalità, non solo di tipo respiratorio. Sicché, insieme alla ‘misura’ dell’inquinamento, dobbiamo implementare tutte le corrette e validate strategie di riduzione dell’inquinamento. Dobbiamo essere informati, in particolare, di tutte le attività di controllo delle principali aziende che prevedono significative emissioni con l’obiettivo di avere la massima efficienza di controllo delle stesse. Per quanto riguarda il traffico perseguiremo tutte le misure, conosciute e validate, per la sua riduzione (vedi capitolo QUALIFICARE IL TERRITORIO).
Nel quadro strategico dell’attuazione del Piano del Verde, la manutenzione del verde pubblico è centrale: dobbiamo perseguire tutte le possibilità di reinternalizzazione del servizio. I giardinieri devono tornare ad essere dipendenti del Comune con assunzione a tempo pieno e indeterminato e formazione specialistica. Come abbiamo assistito in passato e attualmente ci viene confermato, la gestione del verde pubblico affidata a personale alle dirette dipendenze del Comune, svolge un migliore lavoro.
Nell’immediato riteniamo utile l’attivazione di un ‘Ufficio’, costituito da personale qualificato e competente, che monitori costantemente il lavoro svolto e tuteli gli alberi in suolo pubblico con divieto di pratiche dannose come la capitozzatura e le potature drastiche, alla preservazione degli alberi che causano dossi al manto stradale, e alla limitazione degli abbattimenti di alberi a casi di comprovata urgenza e necessità. In caso di necessità di ricorso a ditte esterne straordinario, privilegiare le imprese del territorio, definendo bandi di appalto senza il ricorso del massimo ribasso.
Mantenere pulite le vie e le piazze delle città, avere cura delle aree verdi, provvedere alla manutenzione della pavimentazione cittadina, dell’illuminazione pubblica e dell’arredo urbano, sono primarie modalità per rendere la città accogliente.
A livello europeo sono state definite nuove regole per la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane per proteggere meglio l’ambiente e la salute umana. Si prevede un trattamento secondario alle acque reflue urbane, prima che vengano scaricate nell’ambiente, a tutti gli agglomerati di 1.000 abitanti equivalenti o più entro il 2035. Anche in forza di ciò, il Comune di Empoli si impegnerà per la programmazione, da parte dell’ente gestore del sistema idrico, per la risoluzione del mancato allaccio di scarichi fognari in alcune frazioni (finalmente!).
La creazione di comunità energetiche rinnovabili (CER) permette di produrre, consumare e condividere energia rinnovabile. L’obiettivo è ridurre la dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili, promuovere la sostenibilità ambientale e favorire l’autonomia energetica dei cittadini e delle imprese locali. Attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, delle aziende e delle istituzioni, si intende incentivare l’installazione di impianti solari, eolici e di altre tecnologie rinnovabili, si contribuisce così alla transizione energetica del territorio e ad alleviare le conseguenze delle drastiche fluttuazioni dei prezzi dell’energia che tanto hanno contribuito al dissesto economico di famiglie e piccole imprese. Il Comune ne deve essere un forte propulsore.
Altri punti su cui operare:
-promuovere interventi per l’efficienza energetica, riguardanti l’efficientamento degli edifici comunali, lo studio e mappatura delle aziende energivore del territorio, anche lavorando in sinergia con i comuni limitrofi.
-qualificare ed aumentare la fruibilità di spazi verdi e giardini (parco Mariambini, area verde castello Monterappoli, ecc.)
-è necessario prevedere una qualificazione del circuito di attrezzature sportive all’aperto nel parco di Serravalle: un percorso fitness che consenta ai cittadini di allenarsi in modo gratuito e accessibile, valorizzando al contempo l’ambiente naturale del parco. Come pure il miglioramento e l’attrattività del parco di viale Buozzi, attualmente sottoutilizzato nonostante la presenza di aree gioco (anche, ad esempio, il gioco delle bocce, “pallaio”).
-sostegno e promozione di ‘Non lo butto via”. Questa esperienza importante si propone di incentivare il riuso e il riciclo di oggetti prima che questi finiscano in discarica o all’inceneritore.
-qualificazione di canili, gattili e Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS), anche attraverso la definizione di un Patto di collaborazione per lotta al randagismo con le associazioni di volontariato ed i veterinari che si impegneranno in questo progetto. Le persone che vi lavorano e gli animali ospitati meritano una struttura dignitosa e gli ambienti devono rispettare le norme igienico-sanitarie.
I rifiuti sono un importante paradigma dell’inefficienza dei nostri sistemi di produzione e consumo, per i quali è sempre più urgente eliminare l’approccio predatorio verso la natura ed una ‘linearità’ che vede prelievo di materie, produzione, consumo e scarico di rifiuti nell’ambiente. La missione etica del miglioramento ambientale per la gestione dei rifiuti, quindi, vede al primo posto le azioni tese alla diminuzione della produzione e poi il riuso, il riciclo finalizzato al recupero delle materie prime e alla riduzione tendenzialmente a zero di ciò che va smaltito. Questo orizzonte deve guidare le scelte.
Oltre alla critica e le controproposte che facciamo in altra parte del programma (CRESCERE BENE) circa la ‘multiutility’, sottolineiamo l’impegno del Comune in tutte le azioni possibili finalizzate alla diminuzione della produzione di rifiuti (riduzione delle plastiche!), in particolare con il coinvolgimento della grande distribuzione e delle aziende per ridurne la produzione alla fonte e facilitare alcune raccolte speciali;
Per passare da un ‘sistema rifiuti’ alla ‘gestione delle materie prime seconde’, è necessaria una strategia sovrazonale e regionale che anche il Comune deve seguire. Di rilevante importanza è anche la presenza di adeguati e sicuri impianti che possano stare concretamente nelle filiere di mercato, a partire dalla valorizzazione e miglioramento delle realtà esistenti (vetro, organico, plastica).
Crescere bene
La lunga crisi economica italiana che non finisce ha lasciato una grande scia di insicurezza sociale, anche nel nostro territorio. A fronte delle 62 aziende empolesi che superano il fatturato di 20 mln di euro nel corso degli anni la produzione artigianale è diminuita e, come osserva la CGIL, “le principali aziende del territorio hanno perso la loro natura di capitalismo familiare, legato al territorio, per essere incorporare in grandi gruppi industriali”. La pluralità delle tipologie produttive che caratterizza il nostro territorio è di per sé un tratto di vantaggio, anche se abbiamo un tessuto aziendale assai differenziato al suo interno, con nuclei ‘ad alta densità di conoscenza’ e una gran parte con caratteri più poveri. Tuttavia, in generale, le condizioni di lavoro sono più difficili che nel passato, con la precarietà ed il lavoro povero – anche grazie alle cattive leggi nazionali – che crescono.
Democratizzazione, De-mercificazione, Risanamento Ambientale: queste sono le nostre parole-guida per orientare ogni azione sul tema Economia-Lavoro. Di conseguenza, sosterremo tutte quelle iniziative di collaborazione con le imprese e i sindacati che favoriscano la crescita professionale, il lavoro stabile ed il contrasto a tutte le forme di precarietà e di super sfruttamento presenti nella nostra zona.
Siamo molto preoccupati – ancor più dopo il nuovo codice dei contratti pubblici del governo – per la possibilità di subappalti a cascata che, come abbiamo visto anche recentemente, non favoriscono certo la qualità del lavoro né la sicurezza dei lavoratori. Deve essere, invece, privilegiata, anche per i lavori pubblici oltre che per i servizi l’offerta economicamente più vantaggiosa rispetto a quella al massimo ribasso e, quando possibile, le imprese più virtuose e del territorio. Lavorare con le imprese del territorio non è soltanto una buona pratica amministrativa ma consente anche di ridurre al minimo i rischi di aziende che vengono da fuori e che, partecipando a molte gare ovunque, si rivelano poi, in corso d’opera, a maggior rischio di fallimento.
Crediamo importante anche per valorizzare le competenze del terzo settore, di cui il nostro territorio è ricco, con le relative, per certi settori specifici, coprogrammazione e coprogettazione.
L’introduzione, grazie ad una nostra mozione approvata dal CC in questa consiliatura, della garanzia di almeno un salario minimo per i lavoratori di tutti i servizi esternalizzati potrà aumentare la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici in regime di appalto, così come deve essere garantita la stessa quantità di ore di lavoro settimanali e della qualifica nel caso di cambio di appalto, ci impegneremo, per quanto compatibile con le norme, per la garanzia nel caso di cambio di appalto di non vedere abbassata la retribuzione a parità di lavoro. L’obiettivo deve essere la parificazione delle retribuzioni dei/delle dipendenti in appalto con quelle dei/delle dipendenti pubblici.
Un rinnovato impegno per il contrasto a situazioni di corruzione e/o infiltrazioni mafiose. Ciò potrà avvenire anche attraverso il potenziamento degli uffici e strutture di cui il Comune si avvale come la realizzazione di una struttura permanente in seno all’Unione dei Comuni del Circondario (Consulta o osservatorio) che si occupi della questione, anche con l’attivazione tavoli di coordinamento periodici con gli enti di rappresentanza del mondo del lavoro e associazioni in grado di fornire una prospettiva circa le tendenze economiche e i potenziali interessi criminali, condivisione di banche dati, ecc. È importante anche assicurare un’adeguata formazione dei dipendenti pubblici e gli amministratori in materia di anticorruzione e trasparenza, così come previsto dalle norme.
In generale, l’amministrazione deve rafforzare, con adeguate figure professionali dipendenti dell’amministrazione, l’attività di controllo e ottimizzazione dei servizi erogati da aziende private o cooperative; creare tavoli permanente con i sindacati ed altri enti per il controllo degli appalti e sub appalti, almeno sui lavori pubblici più consistenti.
Giornata della trasparenza. Pensiamo utile che l’Amministrazione comunale di Empoli dedichi un giorno all’anno alla trasparenza, presentando ai cittadini le politiche adottate per prevenire e contrastare la corruzione e spiegando in maniera chiara e accessibile le principali poste del bilancio comunale. Questa giornata rappresenterà un momento di dialogo aperto e costruttivo, durante il quale i cittadini potranno avere un quadro chiaro e trasparente delle azioni dell’amministrazione e dell’utilizzo delle risorse pubbliche.
Ci impegniamo, inoltre, per:
-reinternalizzazione (per quanto possibile dati i deleteri vincoli e norme) dei servizi e delle funzioni esternalizzate e affidate al mercato, dalla scuola dell’infanzia, alle attività culturali, alle mense, verde pubblico, etc.
-incentivi premianti per le aziende che sottoscrivono accordi sindacali finalizzati a disapplicare la normativa prevista nella legge 23/2015 (Jobs Act) in materia di licenziamento e conseguentemente ad applicare ai lavoratori e alle lavoratrici le precedenti tutele previste dall’art. 18 l. 300/1970
-l’interessamento e coinvolgimento della Polizia Municipale nel controllo della sicurezza nei cantieri – in coordinamento con il Dipartimento prevenzione ASL -, oltre che nel contrasto del lavoro nero nei pubblici esercizi.
Istituiremo un Assessorato per il Lavoro e per la Buona Occupazione che abbia al suo interno il ruolo fondamentale di un osservatorio (eventualmente anche a livello dell’Unione dei comuni) per la qualità dell’occupazione, con un rafforzamento del rapporto tra istituzioni, ispettorato del lavoro e Asl per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori rispetto alle norme sulla sicurezza. È necessaria una revisione del ruolo e funzione dell’Agenzia per lo sviluppo (ASEV) sotto vari profili, quali supporto all’imprenditorialità giovanile, crescita di start-up nei settori chiave per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione tecnologica, come l’energia verde, la tecnologia digitale e l’economia circolare. Il Comune sosterrà esperienze di net working, offrendo spazi di lavoro condivisi, accesso alla formazione imprenditoriale, servizi di consulenza legale e finanziaria, oltre a opportunità di networking con investitori e altri imprenditori, con particolare attenzione ai progetti che offrono sostegno ai problemi sociali, economici e ambientali e quelli legati all’innovazione tecnologica.
Nonostante una certa enfasi sulla ‘smart city’ messa dalle ultime amministrazioni, riteniamo che Empoli abbia bisogno di fare decisi passi in avanti sulla ’cittadinanza digitale’. Deve essere completata la distribuzione della fibra veloce sul territorio, favorita la crescita della competenza e della cultura informatica dell’Ente, migliorati i servizi on line prevedendo un supporto alle persone in difficoltà per la fruizione dei servizi digitali.
Il tema della digitalizzazione della pubblica amministrazione è assai rilevante. L’intelligenza artificiale (AI) – al netto delle riflessioni sui pericoli che incominciano ad essere discussi in tanta pubblicistica (l’Unione europea sta costruendo una proposta di regolamentazione) – può rappresentare una svolta epocale per la pubblica amministrazione.
L’azione di governo che proponiamo mira a studiare le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale per fornire servizi aggiuntivi o più efficienti di quelli attualmente forniti dall’amministrazione comunale a cittadini e aziende sul territorio. Attraverso la collaborazione tra i soggetti toccati dalla montante rivoluzione dell’intelligenza artificiale si studierà come sfruttare le opportunità che si aprono per ridurre tempi di attesa e costi dei servizi e dei rapporti tra attori privati e amministrazione comunale. Nella nostra visione di un’amministrazione comunale all’avanguardia, la partecipazione attiva dei cittadini e delle imprese del territorio è fondamentale. Pertanto, intendiamo creare dei tavoli di confronto e concertazione con le loro associazioni per valutare congiuntamente quali servizi potrebbero essere introdotti o innovati, con mutuo vantaggio per gli utenti e l’amministrazione comunale. Perseguiremo tutte le possibilità di finanziamento, compresi fondi PNRR per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, per reperire risorse necessarie a strutturare questo processo, anche con la creazione di ufficio ad hoc all’interno della struttura comunale.
L ‘impegno sarà anche quello di trasmettere l’esperienza, le buone pratiche e le conoscenze acquisite a cittadini e imprese tramite attività di diffusione e di formazione al lavoro e all’imprenditorialità nel campo dell’intelligenza artificiale. Questo permetterà di creare una comunità competente e consapevole, pronta ad abbracciare le nuove tecnologie e a trarne i massimi benefici.
A questo proposito consideriamo anche un punto discusso da tempo nella nostra città: la perdita della sede di Tribunale. Ci impegneremo per verificare tutte le possibilità di – almeno – un decentramento ‘intelligente’ di servizi per il cittadino e i professionisti costretti a tante difficoltà nel rapporto con il tribunale centrale della regione.
Sono oltre mille le attività di commercio al dettaglio e i pubblici esercizi di Empoli (con una lieve diminuzione negli ultimi anni). La vitalità delle funzioni commerciali e dei servizi, così come quella dei flussi turistici, rappresenta la cartina di tornasole della vivibilità di un territorio. Le economie di prossimità, a partire dalla rete distributiva di vicinato, sono a tutti gli effetti presidi territoriali di socialità e custodi del senso di comunità. Fondamentali anche per salvaguardare e valorizzare l’intero tessuto socioeconomico cittadino.
Sono diverse le azioni che possono incidere anche sullo sviluppo commerciale, che intendiamo perseguire: riqualificare le aree urbane dismesse o non più funzionali, interventi urbanistici mirati al riutilizzo di edifici smessi; individuare spazi adeguati per parcheggi funzionali all’accesso nei centri storici; abbattere le barriere architettoniche che ancora possono costituire un ostacolo; ripensare al sistema di trasporti e alla viabilità. I commercianti sono ovviamente interessati alla problematica complessa della sicurezza, rispetto alla quale è necessario un modello gestionale in grado di affiancare i necessari interventi per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica con iniziative volte a favorire la vivibilità del territorio. Diversi tipi di misure che sviluppiamo anche in parti specifiche del programma.
La nostra agricoltura (il territorio comunale ha una zona agricola non ampia ma con molte attività rilevanti dal punto di vista produttivo) deve tornare ad essere un volano importante per uno sviluppo improntato a principi di sostenibilità ambientale e salubrità alimentare, puntando decisamente su processi di qualità e metodi biologici e naturali e sulla valorizzazione della filiera corta ed etica. Vogliamo dare a tutte le mense alimentari (asili, scuola, ospedali etc.) i buoni prodotti del nostro territorio, anche attraverso momenti di confronto con le aziende agricole per incentivare la produzione e il consumo di prodotti locali e biologici.
Deve essere incrementato il supporto ai produttori agricoli delle nostre frazioni e devono essere sostenute in forma molto più concreta e programmata iniziative come il Mercatale, che senza il necessario sostegno è diventata un’offerta marginale. D’altra parte, deve essere sostanzialmente limitata la proposta di mercati a puro carattere commerciale che svolgono un ruolo informativo e educativo molto negativo rispetto alle abitudini alimentari, in particolare per la popolazione giovanile, che deve essere invece avviata verso la conoscenza di abitudini alimentari ampiamente conosciute come più utili alla salute (limitato consumo di carne, ampio uso di alimenti vegetali, limitare il consumo di alcolici).
Empoli, in collaborazione con i Comuni limitrofi, deve intensificare la promozione e gestione del turismo nell’area, con l’obiettivo di valorizzare il ricco patrimonio culturale, storico e agricolo del territorio. L’iniziativa prevede il rafforzamento dell’attrattività̀ dei musei, l’ottimizzazione delle aree archeologiche, lo sviluppo di percorsi informativi nelle zone verdi, e la promozione delle visite presso cantine e aziende agricole locali, esaltando le eccellenze enogastronomiche del territorio. La dimensione del turismo che può riguardare la nostra città è quella del turismo ‘lento’, consapevole, attento al territorio, curioso delle sue specificità. Dobbiamo attrezzarci per accogliere camminatori e ciclo turisti. Non solo la via Francigena, anche le sponde dei nostri fiumi rese ciclabili che attraversano borghi e piccole città ricche di arte e storia, possono diventare attrattori di turismo e occasioni di lavoro. Un primo obiettivo potrebbe essere la creazione di un Punto di Informazione Turistica presso la stazione ferroviaria per accogliere i turisti e fornire informazioni utili sulle attrazioni e sui servizi disponibili. Naturalmente è importante anche sviluppare la rete con i comuni del circondario per creare percorsi turistici, culturali e museali.
A proposito degli assetti istituzionali vi è la necessità di potenziare e qualificare le integrazioni sovracomunali con i comuni limitrofi, anche con la revisione delle funzioni dell’Unione dei comuni empolese valdelsa, con particolare riguardo all’efficienza dei servizi messi a comune. Per altro, ciò potrà essere utile per sostenere un ruolo centrale all’interno della città metropolitana (per quanto riguarda il servizio socio sanitario, anche con l’area più vasta che comprende il valdarno inferiore).
Riguardo ai servizi pubblici locali, fino ad oggi, nel nostro comune, avevamo avuto la raccolta e conferimento rifiuti in gestione ad una società pubblica (Alia), mentre per l’acqua è presente una Spa mista pubblico-privata (Acque). Abbiamo letto e condiviso, negli anni scorsi, in documenti del comune, Città metropolitana e anche della Regione, l’impegno alla ‘ripubblicizzazione dell’acqua’ (anche in riconoscimento del referendum del 2011!).
E invece i rappresentanti protempore di alcuni comuni della Toscana Centro, tra cui Empoli, hanno deciso la costituzione di una società ‘Multiutility’ (per acqua, rifiuti e gas) quotata in Borsa. Quindi una mega azienda di diritto privato, guidata dalla logica della massimizzazione del valore per gli azionisti a breve termine, che rappresenta allo stesso tempo il nuovo luogo d’elaborazione e definizione delle politiche pubbliche territoriali.
Con questa scelta si realizzerebbe un sistema che non ha più nulla di pubblico né di democratico. Non è improprio affermare che in questo modo si mette l’acqua pubblica nelle mani del capitalismo finanziario (vedere chi sono i grandi investitori globali nelle ‘’multy’ finora realizzate in Italia).
Ben sappiamo che i Comuni, in difficoltà economiche e sottoposti a tagli nei trasferimenti, si finanziano – oltre che con le concessioni sull’uso dei suoli contrattate da una condizione di debolezza – con i dividendi delle società partecipate in quanto ‘azionisti’. Si teorizza, addirittura, l’uso solo tattico delle società multiservizi per ‘fare cassa’. Insieme a ciò, sappiamo da tempo che i comuni mantengono un ruolo in occasione della attribuzione degli incarichi nei consigli di amministrazione, spesso come “compensazione” per i non eletti o per il ceto politico di secondo piano che gravita intorno ai partii.
La capillarità delle utility, il loro essere beni e servizi necessari alla vita quotidiana, utilizzati ogni giorno da tuti i cittadini a prescindere dal reddito ed erogati in funzione della distribuzione della popolazione, attraverso reti e filiali, richiederebbe invece di valorizzare il ruolo di servizio alla collettività. Energia, acqua, rifiuti sono beni e servizi pilastro dell’economia fondamentale di territori policentrici ed esistono diversi esempi di finanziamento alternativi alla Borsa.
Per tutto ciò vogliamo che il comune receda dalla decisione della quotazione in Borsa della cosiddetta Multiutility. La quotazione in Borsa significa peggioramento dei servizi. I servizi pubblici devono restare pubblici. E di conseguenza sosteniamo la richiesta di referendum abrogativo della relativa delibera del Consiglio comunale. Questo è per noi un obiettivo ‘minimo’, ma la prospettiva ottimale che vogliamo perseguire – certamente sempre in un’ottica di area vasta – è la gestione in house dei servizi pubblici locali.
Ci batteremo per la ripubblicizzazione ‘vera’ delle società di gestione dei servizi essenziali attraverso un nuovo modello pubblico e democraticamente partecipato, nel pieno rispetto del referendum del 2011 e seguendo i tanti esempi virtuosi in Europa e nel nostro paese.
Per concludere
In queste pagine abbiamo raccontato le nostre idee per disegnare la città di domani: una serie di proposte di governo per affrontare nel modo migliore le tante sfide che avremo davanti nel prossimo mandato e contribuire a migliorare la qualità della vita della nostra comunità empolese. È un programma ambizioso che potremo realizzare soltanto con l’apporto continuo di idee, con il confronto e la discussione pubblica.
Per questo, oltre a un elenco di “cose da fare”, serve un progetto e una visione di città. Ci presentiamo al governo della città con alcuni ‘tiranti’ dello sviluppo: promozione della salute, della inclusione, della sicurezza, della legalità, dei diritti, miglioramento dell’ambiente e contrasto al cambiamento climatico, orientando in queste direzioni anche le opportunità dell’innovazione digitale e tecnologica. Questo è anche un modo per ribadire il ‘patto di cittadinanza’ che informa la Carta costituzionale: dovere di solidarietà e lavoro verso protezione sociale da parte dello Stato. Per fare questo dobbiamo stare ben connessi al ‘mondo della vita’, prima ancora che ad astratti equilibri o interessi della sfera politico istituzionale. Senza, peraltro, indugiare in campanilismi pittoreschi.
Abbiamo già evidenziato che non è la possibilità di ‘più cemento’ che attrae l’impresa, ma un territorio ben strutturato: una pubblica amministrazione snella ed efficiente, la legalità diffusa, la disponibilità di servizi efficienti ed a costi accessibili (energia, rifiuti), le infrastrutture necessarie per connettersi e per collegarsi.
Assumendo il punto di vista dei più vulnerabili possiamo vedere meglio che le ragioni del profitto si devono armonizzare con quelle del benessere generale. Sappiamo anche che i nostri intendimenti possono contrastare lo stato delle cose in questa livida Italia del primo quarto di secolo. È per noi un motivo in più per sostenere la sfida. In fondo, l’impegno pubblico nel luogo di vita e di lavoro non è qualcosa di particolarmente straordinario: corrisponde semplicemente alla ‘vita attiva’.